venerdì 22 aprile 2011

Fuh su Mescalina.it

È sempre piacevole trovarsi a dover scrivere di gruppi nuovi che perseguono un sogno, che fanno scontrare la melodia col rumore donando attimi di guerra, di lisergia incontaminata. La musica dei Fuh, un po' come quella dei Marlene Kuntz degli esordi, è ingestibile, a tratti derivativa ma, nel complesso, Dancing Judas giunge come un disco compatto, nuovo, con alcuni spunti originali e sensazionali. Non c'è squilibrio tra idea e azione, tra teoria e pratica, ma un dolce e importante bilanciamento che permette a questo gruppo di offrire un lavoro sincero e affatto fruibile. I Fuh portano avanti un discorso personale, pericoloso perché potrebbe non essere apprezzato pienamente viste le nuove tendenze indie-pop del mercato ma possente, che ha gambe per prendere nuove e interessanti direzioni. Non strizzano l'occhio alla platea, si limitano a imbastire nel migliore dei modi una scaletta di brani dirompenti, dall'anima hardcore e il pensiero pop (che emerge anche dal buon packaging). Provenienti dalla provincia di Cuneo, i Fuh si considerano un gruppo viscerale, dall'attitudine spiccatamente punk e dalla spigolosità noise. Hanno suonato con band come i Verdena, i The National e i Marlene Kuntz e nel marzo del 2007 hanno vinto le selezioni regionali di Italia Wave. L'ascoltatore più attento li avrà sicuramente apprezzati nel disco tributo a Syd Barrett, Clowns and Jugglers nella personale rilettura di Long gone ma, adesso, con Dancing Judas vogliono imporsi nella scena alternative italiana. Registrato nell'agosto del 2009 presso il Blue Record Studio di Mondovì interamente in analogico, il disco testimonia i dieci anni di attività del gruppo piemontese e riesce a sconvolgere in un paio di brani notevoli, Miniver e H7-25, che si avvale della collaborazione di Luca Ferrari dei Verdena. Due brani irregolari, in cui vien fuori un ottimo lavoro di batteria, consistenza e complessità compositiva.

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